DERMOELETTROPORAZIONE
E CAVITAZIONE A “SCORRIMENTO”
LATERALE IN UN UNICO MANIPOLO
È stato clinicamente testato sul pannicolo adiposo sottocutaneo
addominale un nuovo strumento che abbina la dermoelettroporazione
alla generazione di onde acustiche cavitazionali “a scorrimento laterale”
Molto si conosce e molto si è scritto
della dermoelettroporazione,
metodica che permette la veicolazione
transcutanea di sostanze terapeutiche.
La tecnica piace anche perché
mininvasiva e atraumatica. Non
altrettanto si può dire invece, ed in
special modo quando rivolta ad alcuni
segmenti corporei, della lipocavitazione.
Ad onor del vero è già stato
sottolineato (M.Cavallini, M.Papagni
“Ambulatorio Medico n°45”) come la
fusione delle due metodiche (Endopor)
porti alla riduzione del pannicolo
adiposo trattato con risultati degni di
rilievo.
I colleghi hanno potuto comprovare
che la fusione delle potenzialità genera
un macchinario performante in
grado di valorizzare le caratteristiche
di entrambe le tecnologie. Tuttavia
è noto come gli ultrasuoni a 30 KHz,
penetrino in profondità ben oltre gli
strati adiposi superficiali e pertanto
non possono essere esclusi effetti
indesiderati cagionati dal trauma
meccanico sulle strutture vasculonervose
periadipocitarie profonde e
sugli organi parenchimatosi interni.
Grande attenzione perciò va posta
sul controllo della “spinta
di compressione” in
profondità. La tecnologia
da noi valutata
si prefigge di conservare
le qualità
di Endopor, ed
al contempo di
limitarne gli effetti
indesiderati.
In parole semplici,
invece di generare
onde acustiche di compressione
che si propagano
in direzione
ortogonale alla superficie,
il nuovo manipolo
genera onde acustiche pulsate di
“scorrimento laterale” che si propagano
in direzione tangenziale alla
superficie con un’inclinazione di circa
30° grazie a vibrazioni meccaniche
generate da trasduttori piezoelettrici
opportunamente configurati. La caratteristica
di queste onde è quella
di avere una fortissima attenuazione
in profondità e garantisce un effetto
anche nei tessuti contigui al trasduttore.
Non solo sotto ad esso. L’obiettivo
dichiarato è quello di “sdoganare”
il trattamento di aree solitamente
considerate off-limits come quelle di
proiezione ovarica addominale o la
loggia renale e rendere il trattamento
il più confortevole possibile sia per
il paziente che per l’operatore. Non
occorre, infatti effettuare la pinzatura
della zona da trattare perché durante
lo scorrimento sulla cute la superficie
convessa dell’emettitore (1.5 cm di
sporgenza dalla base) provoca una
plica rovesciata. L’operatore è in grado
di effettuare continuativamente
una iontoforesi pulsata e di attivare
contestualmente l’emissione di ultrasuoni
cavitazionali ad ampio spettro
della durata di 5 msec, alla frequenza
di 50 Hz e con un tempo di salita
dell’onda 8 msec. Le due metodiche
operative possono essere attivate
contemporaneamente alternandosi
ogni 10 ms in un ciclo che si ripete
ogni 20 m.
SOGGETTI MATERIALI E METODI
Vi presentiamo le prime esperienze
acquisite nel trattamento di un gruppo
di soggetti sani, di sesso maschile
normopeso o in leggero sovrappeso
(BMI <29) con tendenza all’accumulo
adiposo in sede addominale (periombellicale
e sovrailiaca). Il tessuto adiposo
sottocutaneo addominale può
essere una tipica zona di accumulo,
da non confondere con il tessuto
adiposo viscerale, ciò nonostante ad
esso correlato per quello che riguarda
alcune situazioni cliniche patologiche
(insulinoresistenza etc…) Negli
uomini inoltre è stato osservato che
la sintesi di trigliceridi a partire dal
glucosio è identica sia nel compartimento
adiposo viscerale sia in quello
sottocutaneo.
Lo studio è stato condotto su un campione
di 12 soggetti di età variabile
tra i 34 e i 46 anni. Ai candidati viene
proposto un cambiamento di stile
di vita alimentare qualitativo, prima
ancora che quantitativo: le loro eventuali
oscillazioni ponderali nel corso
del trattamento sono già stimate in
partenza non significative ai fini della
valutazione finale. Come criteri di
valutazione vengono utilizzate fotografie,
nelle posizioni standard e
sotto diversi punti d’osservazione, sia
prima che dopo un mese dalla fine
del protocollo operativo. Sono state
eseguite misurazioni centimetriche
e plicometriche. Nell’insieme le misure
mostrano la riduzione significativa
della plica cutanea sovrailiaca (
- 12,87% sulla destra e – 13,23% sulla
sinistra), nonché sulle misure del
girovita dopo il trattamento.
A tutti i soggetti è stato proposto un
primo ciclo di trattamenti composto
da cinque sedute effettuate ogni
dieci giorni. La regione addominale,
comprensiva della zona sovrailiaca
è divisa in 4 quadranti). Ogni quadrante
viene preliminarmente infiltrato
con acqua bidistillata mediante
dermoelettroporazione. Ènecessario
infiltrare il tessuto adiposo per ripristinare
una corretta osmolarità e consentire
la formazione di un maggiore
effetto cavitazionale. Ogni quadrante
verrà trattato per 20 minuti e l’intera
seduta comporta il trattamento
2 quadranti per volta con iontoforesi
pulsata associata costantemente ad
ultrasuoni. Il movimento continuo
della sonda è importante perché l’inattivazione
della lipasi intradipocitaria
(è una proteina) causata dal
rialzo della temperatura limiterebbe
il metabolismo lipolitico distrettuale.
Altro aspetto importante è quello di
alimentare ripetutamente l’area trattata
con il gel conduttore ricco di sostanze
lipolitiche, prometaboliche e
vasculo trofiche (deidrocolato sodico,
carnitina, caffeina , acido jaluronico).
Risulterà poi opportuno favorire il
drenaggio dei residui adiposi con la
prescrizione di drenanti matriciali e di
attivatori del sistema linfatico.
RISULTATI
I risultati obiettivi dimostrano che è
possibile ottenere una riduzione dello
spessore del pannicolo adiposo sottocutaneo
e della fase edemato-infiammatoria
che caratterizza un tessuto
lipodistrofico. Questi effetti sono
finalizzati al miglioramento estetico
e funzionale della silhouette del paziente.
L’azione lipoclasica permette,
nei pazienti che rispondono alla
terapia, un progressivo rimodellamento
del profilo corporeo, oltre alla
riduzione della consistenza del grasso
stesso. Le immagini fotografiche
contestualizzano un miglioramento
del profilo cutaneo anche nelle zone
perimetrali quelle strettamente trattate
a conferma delle osservazioni
raccolte dal gruppo di studio già citato
inerenti la componentistica del gel.
Anche il tono e l’elasticità della pelle
ne risentono positivamente. Nessun
paziente ha riferito fastidi particolari
durante il trattamento, né tantomeno
dolore. Nessun paziente ha manifestato
complicanze o effetti collaterali
correlati alla terapia. In virtù dei risultati
ottenuti, per essere totalmente
atraumatica per la totale assenza di
problematiche intra e post operative
questa tecnologia si dimostra efficace
presidio terapeutico contro le adiposità
localizzate. Può essere indicata
come valida alternativa alle terapie
più invasive e sicuramente foriere di
discomfort per il paziente. ✘
BIBLIOGRAFIA
• Basso M: “L’effetto di cavitazione degli ultrasuoni
sul tessuto adiposo, SIES 12° Congresso
Internazionale 2009; Atti.
• Ceccarelli M., Varlaro V.: Idrolipoclasia ultrasonica,
Edizioni Trimograf, 1996, Spezzano Albanese
(Cosenza).
• Varlaro V.: Idrolipoclasia ultrasonica – Medicina
Estetica: metodologie diagnostiche, preventive
e correttive di C. A. Bartoletti, 1998.
Editrice Salus Internazionale, Roma.